Fico d’India dell’Etna: il frutto del futuro

Alla scoperta del fico d’India dell’Etna Dop: proprietà, territorio, coltivazione e curiosità di un frutto sostenibile e benefico.

Lo chiamiamo erroneamente fico d’India, per via di Cristoforo Colombo che credette di avere scoperto le Indie. Invece dovremmo nominarlo d’America, dato che è originario del centro America.

Nome a parte il fico, l’Opuntia ficus indica, in Sicilia ai piedi del vulcano ha trovato il suo habitat naturale idoneo allo sviluppo e alla crescita, rendendo unico il paesaggio al punto di essere diventato un simbolo di questa terra.

In Sicilia le “pale” di fico d’India crescono spontaneamente sui suoli sabbiosi e pianeggianti, fornendo frutti di alta qualità e gusto intenso.

In particolare, è coltivato in aree ben distinte: nella zona centro orientale che fa capo al paese di San Cono, nel sud-ovest etneo nei territori di Belpasso, Militello, Paternò, Adrano e Biancavilla, nel Belice (zona sud-occidentale), nei comuni di Menfi, Montevago, e soprattutto Santa Margherita Belice.

La Dop dell’Etna

Indispensabile per la resa del prodotto finale è il suolo ricco e fertile dei territori che ricadono nell’area della DOP dell’Etna. Sono i comuni di Adrano, Biancavilla, Belpasso, Paternò, Motta Sant’Anastasia, Santa Maria di Licodia. Terre che per le particolari condizioni pedoclimatiche, danno vita a frutti ricchissimi sia in termini di gusto che di proprietà nutritive.

Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita incredibile non solo del consumo da parte dei clienti, ma anche della conoscenza e della valorizzazione di questo prodotto. 

Da agosto a Natale l’isola è un prolificare di questo esotico frutto che conta tre varietà diverse:

Sulfarina, Sanguigna e Muscaredda le tre varietà di ficodindia sull'Etna

La Rossa o Sanguigna

È molto popolare e apprezzata, per il suo intenso color rubino che cattura l’occhio ancora prima che il palato. La sua polpa friabile, zuccherina e succosa contiene meno semi rispetto alle altre varietà.

La Gialla, o Sulfarina

È la varietà più diffusa, caratterizzata da frutti che presentano una buccia gialla con screziature verdi, e una polpa morbida di un intenso color giallo-arancio, dolce e succulenta.

La Bianca, o Muscaredda

È la varietà più pregiata. Il colore verde chiaro della buccia viene spesso percepito come indice di scarsa maturazione, ma non lo è affatto! Non lasciatevi ingannare dal colore meno sgargiante; all’interno troverete infatti un frutto chiaro dalla polpa croccante, fresca e dal sapore dolce e delicato.

I ritmi della natura

La coltivazione viene scandita dai ritmi della natura, ai cui si combinano tecniche tradizionali che migliorano notevolmente la qualità e la bontà dei frutti. Come il diradamento, tecnica che consiste nell’alleggerire le talee della pianta da alcuni dei frutti ancora piccoli e verdi che crescono tra maggio e giugno, in seguito alla prima fioritura. Questa tecnica, effettuata manualmente da personale esperto, garantisce frutti più ricchi di sostanze nutritive e più grandi.

La scozzolatura

Un’altra tecnica è la scozzolatura. Consiste nel far cadere dalla pianta tutti i piccoli frutti nati in seguito alla prima fioritura. Serve per stimolare la pianta e dar vita a una seconda fioritura, che produce verso la metà di settembre frutti più grandi con meno semi e molto succosi.

I fichi d’India colti dopo la prima fioritura, tra agosto e settembre, vengono detti nostrani o primo fiore.

Quelli nati dalla scozzolatura, colti tra settembre ottobre e inizio novembre, vengono detti scozzolati o bastardoni.

Pur essendo una coltura che cresce e si propaga persino sulle rocce laviche più scoscese, per garantire frutti di qualità necessita di molta cura e mano d’opera. Dalle tecniche di coltivazione fino alla raccolta effettuata manualmente servono operatori esperti e ben equipaggiati. 

Bisogna dunque avere dedizione, pazienza e una buona conoscenza della pianta.

La raccolta del fico d’India dell’Etna

Una volta raccolto il fico viene portato nello stabilimento di lavorazione per completare la filiera fino al confezionamento del prodotto. Il frutto non viene trattato con nessun agente chimico, viene solo despinato attraverso un sistema di spazzole rotanti, per poi essere selezionato, calibrato e confezionato. Anche il packaging ha una sua importanza, motivo per cui è fondamentale combinare confezioni pratiche di diverso formato, a un design accattivante, e soprattutto realizzate con materiali 100% riciclabili.

Le proprietà dei fichi d’India

Sono molteplici gli usi e le proprietà del fico d’India: molte usanze affondano le radici dell’antico popolo azteco. Già all’epoca, gli Aztechi utilizzavano le foglie del fico d’India per allevare un insetto, il Dactylopius coccus costa, che serviva per ottenere il rosso di cocciniglia.
Dal corpo dell’insetto essiccato veniva estratta la colorazione rossa, tuttora richiesta in ambito cosmetico, farmaceutico, tessile e alimentare.
Un tempo, il succo ricavato dalle foglie era utilizzato come lubrificante per agevolare gli spostamenti di grandi massi di pietra. Inoltre, associato a miele e rosso d’uovo, sembrava essere utile contro le scottature provocate dal forte sole messicano,

Tra le proprietà dei fico d’India ci sono quelle terapeutiche: il frutto sembra essere un’ottima cura naturale. Ha proprietà depurative, ed è coadiuvante nella cura dell’osteoporosi grazie alla quantità di ferro, calcio e fosforo. E’ indicato anche nelle diete dimagranti, visto che contiene ha poche calorie, molte fibre e aiutando ad avere un senso di sazietà. Reidratante e rivitalizzante, è ideale anche per chi pratica sport.

Nella medicina siciliana popolare, si consigliava per contrastare le coliche renali, il decotto di fiori essiccati del fico d’India. Lìutilizzo del ficodindia è particolarmente interessante anche in cosmesi, per la produzione di creme umettanti, shampoo, saponi, lozioni astringenti e sembra stimolare la crescita dei capelli.

Il fico d’India è un prodotto dalle molteplici proprietà, ricco di vitamine A, gruppo B e C, sali minerali (ferro, potassio, magnesio, calcio e fosforo). L’alto contenuto di fibre e la presenza dei semi aiutano a favorire il transito intestinale e ad aumentare il senso di sazietà, rendendolo alleato per il mantenimento del peso-forma anche grazie alla modesta quantità di zuccheri. Inoltre è ricco di proprietà terapeutiche: in particolare quelle antinfiammatorie e antiossidanti contenute nelle betalaine e betaxantine del suo interno.

Fonte: Informacibo Articolo di Fabrizio Salce